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venerdì 22 ottobre 2010

CHIRURGIA DEL VISO: OTOPLASTICA



"ORECCHIE A SVENTOLA", RICORDO D'INFANZIA
L’intervento maggiormente ricorrente tra i bambini.
Correggere l’inestetismo delle orecchie eliminando l’eccesso di cartilagine dei padiglioni auricolari. Trattamento in anestesia locale con regime di day-hospital


(p.b.)

Le cosiddette “orecchie a sventola”, costituiscono un inestetismo che può esporre il soggetto a prese in giro, scherzi e sfottò di pessimo gusto. Ovviamente, il difetto non autorizza il dileggio. Se non è possibile far leva sulla sensibilità altrui, è senz’altro auspicabile far ricorso all’otoplastica, procedura di chirurgia estetica che consente di correggere l’eccesso di cartilagine dei padiglioni auricolari.

Nella maggior parte dei casi, i pazienti che si sottopongono a questo tipo di intervento oscillano tra i 4 ed i 14 anni (una minima porzione è rappresentata dagli adulti ndr): il difetto ha carattere ereditario e si manifesta in età pediatrica. L’otoplastica, trattamento di chirurgia plastica più ricorrente tra i bambini, migliora l’estetica delle orecchie in tenera età, preservando il bambino da problematiche psicologiche.

A tutto ciò, si aggiunge l’alta flessibilità della cartilagine, che in questa fase particolare della vita, spiana la strada ad un efficace rimodellamento. L’intervento, eseguito in sedazione ed anestesia locale, può essere di duplice fattura: bilaterale oppure incentrato su di un solo orecchio. Di riflesso, le tecniche chirurgiche possono essere differenziate sui due lati, in modo da ottenere una simmetria considerevole.
La durata varia dai 30 ai 120 minuti. Generalmente, si predilige un regime di day-hospital.



Tecnicamente, dapprima si procede ad accesso chirurgico tramite solco retro auricolare. In un secondo momento, viene praticata un’attenta azione di rimodellamento e riposizionamento delle strutture cartilaginee, il più possibile aderenti al cranio. Una volta ultimata la procedura chirurgica, la testa viene fasciata con un bendaggio elastico, al fine di accelerare il processo di cicatrizzazione.Fatta eccezione per il gonfiore, reversibile in poche settimane, è decisamente rara l’eventualità che si verifichino complicanze di rilievo: seppur possibili, ecchimosi o infezioni cartilaginee sono ipotesi assai remote.

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