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giovedì 10 marzo 2011

LIPOSCULTURA: COSCE, CAVIGLIE E GINOCCHIA. INTERVENTO AL FEMMINILE



Liposcultura, intervento al femminile. Tra le donne, la richiesta di interventi agli arti inferiori registra una crescita significativa

In questo senso, interno cosce , caviglie e ginocchia rappresentano interventi facilmente gestibili rispetto ai glutei, sia in termini di post - operatorio che di convalescenza. Un trattamento che riscuote successo alla luce dei costi inferiori , impegno limitato ed assenza di dolore.

A distanza di qualche settimana dall'intervento si ravvisano miglioramenti sensibili: nel caso deil ginocchio ad esempio, da appesantito e grossolano, diviene asciutto e ben delineato, con un sostanziale ridimensionamento del tessuto adiposo.


Passiamo all'interno cosce: accumuli adiposi più o meno localizzati, possono essere facilmente contrastati attraverso la liposcultura , intervento rapido quanto efficace.

Inestetismi e strati adisposi attanagliano gli arti inferiori. Difatti, sono molte le donne che lamentano insoddisfazione per gambe e caviglie, con conseguenze negative anche sotto il profilo psicologico (mancanza di fiducia); condizioni che incidono anche sulla vita di relazione e nelle normali attività quotidiane.

Con la liposcultura localizzata, gambe e caviglie assumono contorni definiti, sottili e tridimensionalmente definite.

Per info e contatti:

06 - 35.52.82.00 (Dott. Paolo Serafini)

martedì 7 dicembre 2010

Natale ti porta in dono un'interessante riduzione di costi...




In concomitanza con le festività natalizie, Roma Chirurgia Estetica, in collaborazione con la Casa di Cura Villa Stuart, propone una riduzione del 10% netto ( ad esclusione del costo del materiale protesico eventualmente utilizzato) nel periodo compreso tra il 20/12 ed il 15/01. Eventuali pazienti affiliati a strutture convenzionate con Roma Chirurgia Estetica avranno la priorità sulla scelta dei posti disponibili all’offerta.



Per info e contatti:

331 1829192 - 06 35528433

Sito Roma Chirurgia Estetica

lunedì 15 novembre 2010

RINOPLASTICA SECONDARIA

GLI INTERVENTI DI REVISIONE
Focus sui nuovi interventi di revisione rinoplastica, tra difficoltà, esami strumentali e giusti accorgimenti. Tendenze e casistica secondo il Dott. Paolo Serafini: “Gli errori più gravi e frequenti interessano la punta del naso”

(p.b)

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Dott. Serafini, quali sono le specificità e gli aspetti peculiari della rinoplastica secondaria?
“La chirurgia estetica e funzionale del naso (rinosettoplastica n.d.r.) è forse la procedura chirurgica più impegnativa, che non sempre conduce a risultati ottimali. Per questa ragione, vi sono nasi esteticamente non gradevoli, spesso sproporzionati rispetto alle fattezze del viso, sui quali è opportuno reintervenire chirurgicamente: l’obiettivo è anche quello di risolvere eventuali complicanze di tipo respiratorio”.

Quali insidie si celano dietro un intervento di revisione?
“La difficoltà di un trattamento di revisione, dipende dalla gravità degli inestetismi prodotti dal primo intervento. Occorre una professionalità specifica, in grado di operare in sicurezza e tranquillità, mediante l’utilizzo di tecniche all’avanguardia, come gli innesti multipli di cartilagine, di osso e più raramente di materiali alloplastici”.

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Dott. Paolo Serafini, Medico Chirurgo specializzato in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica

Indubbiamente, una bella responsabilità per lo specialista.
“Il chirurgo, dovendo intervenire sull’operato altrui, si assume una grande responsabilità. Innanzitutto, deve valutare con esattezza l’entità del danno, individuando le malformazioni estetiche sulle quali incentrarsi. Va poi condotta una diagnosi accurata, abbinata allo studio della piramide nasale, sia dal punto di vista endoscopico che da quello estetico”.

Quali gli esami da eseguire per una corretta diagnosi?
“La revisione rinoplastica passa per la rinoscopia, l’esame della cute, delle cartilagini alari e del dorso del naso. Statisticamente parlando, gli errori più gravi e frequenti interessano la punta del naso”.

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Quale consiglio si sente di dispensare ai lettori?
“Quello di rivolgersi a specialisti di provata esperienza, in modo da evitare il disagio di un intervento di revisione. Anche nel caso di una prima operazione, bisogna affidarsi ad un professionista qualificato. In questo modo, si scongiura il rischio di doversi sottoporre ad un nuovo intervento, con i fastidi e lo stress che esso comporta”.

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venerdì 22 ottobre 2010

CHIRURGIA DEL VISO: OTOPLASTICA



"ORECCHIE A SVENTOLA", RICORDO D'INFANZIA
L’intervento maggiormente ricorrente tra i bambini.
Correggere l’inestetismo delle orecchie eliminando l’eccesso di cartilagine dei padiglioni auricolari. Trattamento in anestesia locale con regime di day-hospital


(p.b.)

Le cosiddette “orecchie a sventola”, costituiscono un inestetismo che può esporre il soggetto a prese in giro, scherzi e sfottò di pessimo gusto. Ovviamente, il difetto non autorizza il dileggio. Se non è possibile far leva sulla sensibilità altrui, è senz’altro auspicabile far ricorso all’otoplastica, procedura di chirurgia estetica che consente di correggere l’eccesso di cartilagine dei padiglioni auricolari.

Nella maggior parte dei casi, i pazienti che si sottopongono a questo tipo di intervento oscillano tra i 4 ed i 14 anni (una minima porzione è rappresentata dagli adulti ndr): il difetto ha carattere ereditario e si manifesta in età pediatrica. L’otoplastica, trattamento di chirurgia plastica più ricorrente tra i bambini, migliora l’estetica delle orecchie in tenera età, preservando il bambino da problematiche psicologiche.

A tutto ciò, si aggiunge l’alta flessibilità della cartilagine, che in questa fase particolare della vita, spiana la strada ad un efficace rimodellamento. L’intervento, eseguito in sedazione ed anestesia locale, può essere di duplice fattura: bilaterale oppure incentrato su di un solo orecchio. Di riflesso, le tecniche chirurgiche possono essere differenziate sui due lati, in modo da ottenere una simmetria considerevole.
La durata varia dai 30 ai 120 minuti. Generalmente, si predilige un regime di day-hospital.



Tecnicamente, dapprima si procede ad accesso chirurgico tramite solco retro auricolare. In un secondo momento, viene praticata un’attenta azione di rimodellamento e riposizionamento delle strutture cartilaginee, il più possibile aderenti al cranio. Una volta ultimata la procedura chirurgica, la testa viene fasciata con un bendaggio elastico, al fine di accelerare il processo di cicatrizzazione.Fatta eccezione per il gonfiore, reversibile in poche settimane, è decisamente rara l’eventualità che si verifichino complicanze di rilievo: seppur possibili, ecchimosi o infezioni cartilaginee sono ipotesi assai remote.

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lunedì 20 settembre 2010

LIPOSUZIONE: SEMAFORO ROSSO PER STRATI ADIPOSI E GRASSI IN ECCESSO




Dire addio a strati adiposi e grasso in eccesso: una silhouette migliore con la liposuzione, uno degli interventi di chirurgia plastica maggiormente richiesti. Dettami, indicazioni e metodiche d’intervento.


La liposuzione è una tecnica chirurgica basata sull’aspirazione del grasso sottocutaneo attraverso una cannula. Attualmente, la liposuzione rappresenta la metodica più indicata per eliminare il tessuto adiposo che attanaglia specifiche regioni corporee: cosce, glutei, fianchi, ginocchia, braccia ed addome.

Per sottoporsi a questo tipo di trattamento, occorre naturalmente aver raggiunto la maggiore età. Inoltre, è buona norma sostenere prima un check-up completo di esami.



Si tratta di un intervento praticato in duplice modalità: in anestesia generale oppure in anestesia locale. Ovviamente, la soluzione migliore va approntata in relazione alla quantità di grasso da asportare ed alla durata dell’intervento.

Nel dettaglio: l’anestesia generale richiede il ricovero durante la notte; l’anestesia locale, invece, permette di tornare a casa direttamente in giornata.
È bene ricordare come la tecnica maggiormente caldeggiata in seno alla liposcultura sia la “wet technique”, trattamento della zona interessata dopo irrigazione della stessa con soluzione fisiologica e bassa concentrazione di farmaci vasocostrittori.



A tal proposito, sciogliamo le riserve in merito alle modalità di intervento: dapprima si procede ad una piccolissima incisione, per mezzo della quale viene infiltrato del liquido composto da soluzione fisiologica, anestetico, bicarbonato ed adrenalina, in grado di sciogliere il grasso ed anestetizzare la regione interessata.

Successivamente, viene utilizzata una cannula (le dimensioni variano da 2 a 5 millimetri di diametro ndr), collegata ad un aspiratore elettrico, capace di frantumare le cellule di grasso aspirandole tramite i fori presenti. Al termine dell’operazione, non resta che chiudere l’incisione praticata con un punto di sutura, applicando delle bende elastiche.



Dopo i primi giorni di convalescenza, corredati da medicazioni compressive, si assiste ad un rapido recupero della mobilità, anche grazie all’ausilio di guaine compressive e di sostegno. La cute delle zone trattate tende elasticamente a retrarsi all’interno, per poter così meglio aderire al piano della suzione, garantendo un’armonizzazione della linea superficiale. Nei casi di cellulite più inveterata, potrà rendersi necessaria l’esecuzione della liposuzione superficiale, moderna variante della tecnica solitamente adoperata: i risultati sono significativi anche nei casi più difficili.

Prima dell’operazione, è consigliabile moderare il consumo di sigarette e soprattutto va evitata l’assunzione di medicinali come le aspirine.

Per approfondimenti:
Liposcultura - a cura del Dott. Paolo Serafini
Addominoplastica e miniaddominoplastica
Tecniche per il lifting interno cosce

martedì 6 luglio 2010

LE NUOVE FRONTIERE DELLA CHIRURGIA PLASTICA: LA "CHIRURGIA RIGENERATIVA"




Accelerare il processo di guarigione “riparando” tessuti e cellule: la Chirurgia Rigenerativa.
Il Prof. Valerio Cervelli spiega i benefici del trattamento mini-invasivo: “Un approccio che garantisce al paziente un decorso post-operatorio rapidissimo”


Prof. Cervelli, finalità e specifiche della Chirurgia Rigenerativa.
“L’obiettivo principale della Chirurgia Rigenerativa, abbinata alla Medicina, è quello di restituire funzione ed integrità a parenchimi e tessuti danneggiati. Si tratta di un approccio relativamente “poco invasivo”, che garantisce al paziente un decorso post-operatorio rapidissimo, utilizzando le proprie cellule e tessuti. Tutto ciò, riduce lo stress psico-fisico, accelerando notevolmente il processo di guarigione”.

Quali sono i corollari su cui si fonda questa nuova metodica?
“La Chirurgia Rigenerativa si basa su tre elementi: biomateriali sintetici, cellule staminali ottenute dal tessuto adiposo (anche da altri tessuti ndr) e fattori di crescita contenuti nelle piastrine. Nello specifico, cellule staminali e piastrine vengono prelevate dallo stesso paziente, per mezzo di un’ autodonazione.
Nel caso di interventi su tessuti ossei, come ad esempio disodontiasi, brecce alveolari, fratture e perdite di sostanza, viene usato un concentrato di piastrine ottenuto da prelievo di 18cc di sangue, sottoposto poi a specifica centrifugazione, al termine del quale si otterrà PRP (Plasma Ricco in Piastrine)”.


Come spiega il progressivo sviluppo registrato in seno alla Chirurgia Rigenerativa?
“Fenomeni quali l’aumento degli incidenti sulla strada ed invecchiamento della popolazione, hanno incentivato lo sviluppo e l’adozione di metodiche in grado di rigenerare organi e tessuti, senza dover necessariamente procedere alla loro sostituzione. In questo senso, soggetti con gravi ferite che stentano a rimarginarsi o reduci da traumi stradali, con conseguenti deficit a carico dei tessuti duri e di quelli molli, possono affidarsi a metodologie altamente innovative”.

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Il Prof. Valerio Cervelli, è Direttore della Cattedra e della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.


Lei accennava ai tessuti molli. Come favorirne la rigenerazione?

“Nel caso della biorivitalizzazione del volto e delle mani, si ricorre a infiltrazioni locali di solo PRP autologo, mentre per ridurre ulteriormente il processo di invecchiamento e favorirne il processo rigenerativo migliorando peraltro la qualità dei tessuti si utilizza il PRP autologo in associazione al tessuto adiposo ricco di cellule staminali mesenchimali. In questo caso, il paziente viene sottoposto a prelievo di tessuto adiposo tramite piccola lipoaspirazione. Successivamente, il tessuto viene centrifugato allo scopo di ottenere tessuto adiposo purificato ed addizionato al PRP precedentemente ottenuto”.


La riparazione dei tessuti passa anche attraverso l’applicazione del gel piastrinico. In che cosa consiste?
“Il gel piastrinico rappresenta una metodica basata sull’utilizzo di fattori di crescita, nella forma di Plasma Ricco in Piastrine, in modo da sollecitare i processi di guarigione (iniziali e tardivi) nell’ osso e nei tessuti molli. Tutto ciò, è reso possibile dal prelievo di 18cc di sangue direttamente dal paziente, con assistenza del Servizio Trasfusionale. L’impiego del solo gel piastrinico avviene nei casi di demolizione del distretto maxillo-facciale, gravi perdite di sostanza ossea, implantologia, edentulia, rialzo del seno mascellare e nelle brecce alveolari”.

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In quali casi è opportuno combinare gel piastrinico e tessuto adiposo centrifugato?

“In presenza di ulcere da decubito, piaghe croniche, ulcere trofiche e vascolari degli arti inferiori, esiti cicatriziali, Sindrome di Romberg, esiti di ustione, ricostruzione mammaria, emiatrofia facciale e perdita di sostanza post-traumatica”.

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lunedì 5 luglio 2010

INTERVENTI DI CORREZIONE




La nostra equipe è inoltre specializzata nella correzione di difetti residuati da precedenti interventi chirurgici.

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